Buonsalve e benvenuti ad una doppia recensione di The Flash!
Il nostro velocista preferito è tornato dalla pausa invernale con una gran bella gatta da pelare!
Ritroviamo il nostro Barry in libertà su cauzione, con una cavigliera elettronica, assistiamo al funerale di Clifford Devoe e al processo di Barry.
Non si può di certo dire che la parte della vedova inconsolabile la sa interpretare molto bene eh?
Anche se non ha fatto i conti con il fatto che ora deve abituarsi ad un marito con un altro corpo e con l’abilità di leggere il pensiero. Pensate che scocciatura quando litigano e lei pensa di tirargli un piatto in faccia: non lo colpirà mai.
Ma tornado un attimo seri e venendo a noi, tutto l’episodio è incentrato sul processo di Barry e sul fatto che il velocista non vuole scappare, ignorando il consiglio di Iris (bravo!).
Tuttavia, dato che nemmeno al proprio processo per omicidio si può stare tranquilli, un uomo radioattivo decide di andarsene a spasso per Central City con tutta la calma di questo mondo, inconsapevole del proprio essere una bomba nucleare che cammina; e dato che il nostro Barry ormai sa di essere spacciato e che la galera è certa, si alza e se ne va dicendo con il suo comportamento “non me ne frega niente del processo, ho altro da fare”.
La giuria, ovviamente, lo dichiara colpevole.
Ora, quello che mi è piaciuto di questo episodio, è stata la parte finale.
Al finale ho dato un’interpretazione filosofica: ci sono sempre due parti di noi e gli altri possono vedere o l’una o l’altra, ma rare sono le persone che le vedono entrambe.
Da una parte il capitano della polizia di Central City che dà un’onorificenza a Flash per aver salvato la città rischiando la propria vita.
Dall’altra il giudice che guarda Barry e vede solo un assassino a sangue freddo senza il minimo risentimento.
Non so se me ne sono accorta solo io, ma durante l’episodio 10, ci hanno mostrato qualcosa sui farfugliamenti senza senso (o così si pensava), del Barry pazzo del primo episodio di questa quarta stagione: probabilmente Barry non era pazzo, ma vivendo all’interno della Speedforce, e quindi vivendo al di fuori del tempo per un po’, già sapeva cosa sarebbe accaduto.
Nel primo episodio, Barry farfuglia:
Vostro onore non ho ucciso nessuno, sono un uomo innocente.
Parole che sono presenti anche nel discorso di apertura che Barry fa in tribunale.
Nella 4×11, vediamo come se la cava il Team Flash senza il suo leader che nel frattempo, oltre ad essere finito nella stessa cella del padre, ha anche fatto “amicizia” con un vecchio “amico” del padre.
Un nuovo/vecchio nemico torna in scena e a doversela vedere con lui c’è Ralph, convinto di essere invulnerabile, e invece…
Mi è piaciuto molto il discorso di Barry, ovviamente è riuscito ad aiutare il Team anche da dietro le sbarre e quindi tutto è bene quello che finisce bene.
All’interno del team Flash, amo particolarmente Killer Frost e sono scoppiata a ridere quando Cisco e Wells hanno acceso la parte “cattiva” di Catlin come se fosse la luce di una stanza: premendo semplicemente un interruttore, che nel caso di Catlin era la rabbia repressa nei confronti di una bulla al liceo.
Nel complesso, è una stagione che era partita in un modo orribile ma che ultimamente, per quanto mi riguarda, si riprende sempre di più e ci regala colpi di scena finali che ci tengono un po’ con il fiato sospeso, come la ragazza mezza psicotica nel finale dell’episodio 4×11 che sembra scrivere gli stessi simboli che scriveva Barry il pazzo nel primo episodio di questa stagione.
Sicuramente ne sapremo di più nei prossimi episodi.
Vi lascio con il promo della 4×12 e vi do di nuovo appuntamento su Serial Crush la prossima settimana con una nuova recensione di The Flash.